In una zona
della nostra missione vive donna Josefa, anziana vedova di circa 80 anni che ha
perso da poco anche il figlio e, con lui, la speranza di poter terminare la sua
casetta.
La nuora ha un misero
lavoro e non riesce neanche a pagare la scuola dei figli. Così donna Josefa vive
in una casa di “caniço”, di canne, sulla sabbia e, quando piove - ci racconta - passa
la notte "appollaiata" in un angolo della sua capanna che si
riempie di acqua.
La Comunità
Ecclesiale di Base, venuta a conoscenza di ciò, si è organizzata, con
l’appoggio della Caritas della missione, per aiutare donna Josefa a mettere
delle lamiere sulla casetta di mattoni che il figlio ha iniziato a costruire ma
che era completamente scoperta.
Ora donna
Josefa può dormire tranquilla in una stanzetta semplice ma sicura, di 2,50 per 2
mt.
Quando
arriviamo per salutarla, la troviamo molto felice perché è stata messa anche una porta alla sua stanza...
Getto
un’occhiata nella stanzetta ma non vedo nulla di così bello e comodo per essere
tanto felici. C’è un letto coperto di povere lenzuola, una sedia, alcuni
vestiti e teli su una cassa. Tutto lì. Ma quando chiedo a Donna Josefa se è
contenta del lavoro fatto nella sua abitazione, con le lacrime agli occhi mi dice di sì; loda e ringrazia Dio, per
l’aiuto che i cristiani del suo quartiere le hanno offerto.
Proprio vero, i
poveri, dal loro nulla, sanno ringraziare Dio meglio di me. Grazie donna Josefa
per questa lezione di vita!
Dovremmo smettere di lamentarci! Me lo ripeto da 8 anni, da quando sono tornata da Lima...
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