HIV Sida, AIDS,
SIDA… sigle, sigle e ancora sigle per nascondere la paura viscerale di una
malattia terribilmente sciocca che si fa beffe della vita e riduce le persone a
zombi ambulanti.
Sotto il sole
di un caldo pomeriggio mozambicano, arrivo nella casa delle suore di Madre
Teresa che sorge, come fiore nato sulla spazzatura, a poche decine di metri del
grande immondezzaio di Maputo, tristemente famoso per essere un cumulo immenso
di immondizia su cui centinaia di esseri umani lottano per sopravvivere
rovistando tra immondi rifiuti.
Per arrivare
alla casa delle suore è stato necessario percorrere una strada in terra
battuta, o per meglio dire, “in rifiuti battuta”, che costeggiava un lato
dell’immondezzaio la cui parete di
immondezza si staglia imponente nel cielo per circa 20 metri. Come
facessero quel mosaico di resti a stare in piedi… non lo so!
Entrando nella
comunità delle suore, il clima cambia subito. Lì i rifiuti umani - gli ammalati
di AIDS - sono “riciclati” dall’amore di sei religiose che “danno la loro vita”
per “dare vita” a chi sta perdendo la vita per causa di questa assurda
malattia.
Giovani e
bambini vivono come se non fossero condannati a morte da questo impietoso morbo
che si arriva a frenare ma non ancora a debellare completamente.
Con i bambini
ci siamo messi a giocare nel piccolo cortile della loro abitazione e ho
improvvisato dei semplici giochi. Credo che non ci capissimo molto nelle regole
del gioco ma il sorriso, la voglia di far trionfare la vita ha avuto la meglio.
Abbiamo fatto il “trenino” e il “giro giro tondo”… tra le grida e l’allegria
che sprizzava da occhi di corpicini cagionevoli per causa del virus ma pieni di
voglia di vivere e di crescere.

Anche nella nostra vita, dinanzi ad ogni "minaccia di morte", la Vita vinca sempre, nella forza del Signore.
Buona settimana Santa.
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