Scendeva dalla
soglia d'uno di quegli usci,
e veniva verso
il convoglio, una donna,
il cui aspetto
annunziava una giovinezza
avanzata, ma non
trascorsa;
e vi traspariva
una bellezza velata e offuscata, ma non guasta,
da una gran
passione,
e da un languor
mortale.
Alessandro Manzoni,
descrivendo la peste di Milano, nei Promessi Sposi, dipinge con queste parole la
mamma di Cecilia, scolpendone i tratti di dolore per la terribile malattia che
le ha strappato la figlioletta e che si accinge a portare via anche la sua
vita.

Sono fermo dinanzi
alla porta di questo enorme immondezzaio, bloccato in mezzo al traffico
impazzito di Maputo e, mentre aspetto una persona con cui ho un appuntamento, osservo
dall’auto cosa accade dentro, La lixeira è avvolta da una coltre di fumo che si
sprigiona dai diversi falò accesi per consumare un po’ di spazzatura che “non
serve”.
L’acqua
scroscia dal cielo e si mescola al fumo. Le grandi macchine caterpillar spingono,
da una parte all’altra, i cumuli di rifiuti, lasciati dai rimorchi per liberare
l’entrata della lixeira.
In mezzo a
tutto questo movimento si scorgono figure umane sbiadite dal fumo e dalla
pioggia battente. Vagano come ombre sul fango, camminano e cercano, guardano e
toccano, prendono e lasciano: sperano, sperano, sperano…!!!
All’improvviso
esce dalla lixeria una donna; dal sembiante pare molto anziana, ma in realtà
deve avere, più o meno, 50 anni. Barcolla con le sue ciabattine sui cumuli di
rifiuti imbevuti di acqua e fango e ha in mano una bottiglia vuota di aranciata
“Fanta”. È tutto il suo tesoro, il frutto della sua ricerca di quel momento.
Vittima di una
nuova peste, non piu’ quella di Milano, raccontata dal Manzoni, ma di un’altra
epidemia mondiale: l’ingiusta povertà e la terribile indifferenza.
Questa donna
non ha in mano il corpo esanime della figlioletta, come la mamma di Cecilia nel
romanzo manzoniano, ma un rifiuto vuoto del suo contenuto; una bottiglia di
aranciata che, un tempo, qualcuno ha bevuto e poi, privata di tutto, rimane
nelle mani di una povera mamma che, a causa della dura lotta della vita, pare
anch’essa segnata da…
una giovinezza avanzata, ma non trascorsa;
…una bellezza velata e offuscata … da una gran passione,
e da un languor mortale: che si chiama
miseria!
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