Pochi giorni fa, mentre ero in macchina, in direzione di un carcere nel quale presto servizio, una missionaria della mia comunità mi chiama e mi dice che è arrivato in casa un giovane di 17 anni, uscito dal carcere, che chiede ospitalità nella Casa della misericordia, casa di accoglienza per il reinserimento socio-familiare di ex detentui. La missionaria lo ha accolto e gli ha offerto la colazione nell'attesa che tornassi dal carcere. Appena tornato in casa, mi siedo con Isidro e vedo i segni della sofferenza sul suo volto. Orfano dei genitori, ha alcuni familiari in una città a 6 ore da Maputo, capitale del Mozambico, in cui ci troviamo. Ha perso i contatti con i parenti durante la detenzione. Si vede e si sente chiaramente che non si lava da quando è uscito dal carcere. Il volto è triste e marcato da macchie di funghi che rimandano alla mancanza di igiene tipica della vita carcerale. Dice poche parole. Dopo aver cercato di capire qualcosa in più della sua situazione,
Grazie, in lingua bantu dell'Africa. Grazie a Dio; grazie ai fratelli. Solo grazie!