
Seduto in macchina ad aspettare, guardavo i messaggi del telefonino e rispondevo alle e-mail, gettando un occhio a destra e a manca... per vedere i passanti del quartiere precario in cui mi trovavo.
Mentre ero concentrato nel telefonino, ho visto un'obra alla mia destra e mi sono girato.
Un bellissimo bambino di circa tre anni, con i vestiti sporchi e bucati e il nasino pieno di muco. Uno sguardo di angelo caduto dal cielo... ma, ahimé, precipitato nella "miseria".
Ci siamo guardati. Aveva in mano il suo camioncino fatto di vecchie lattine. Gli ho sollevato il pollice come segno di saluto che i ragazzi e i bambini usano fare.
Avevo in macchina dei confetti; glieli ho offerti e il suo volto si è illuminato.
Non ha detto una parola e si è allontanato spingendo il suo camioncino.
Ho sentito in quel bambino una apparizione della gloria di Dio nel sembiante di Gesù Povero.
Il suo volto si è scolpito nella mia memoria.
Non conosco il nome, la storia, l'età, la vita di quel piccolo, ma in qualche modo siamo rimasti legati dagli sguardi incrociati.
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